Nell’ambito dei circuiti elettrici, sono molti gli elementi che possono supportare nella diffusione e nella trasformazione della corrente. In tal senso, spesso si rende necessario convertire la corrente alternata in continua: il flusso elettrico oscillante che passa da positivo a negativo, attraversando picchi opposti, diviene così costante a livello di tensione. In tal senso agisce un dispositivo chiamato ponte raddrizzatore che equilibra anche le polarità d’ingresso e di uscita. Monofase o trifase, questi ponti sono costituiti da diodi.
Caratteristiche del ponte raddrizzatore
Il ponte raddrizzatore è, di fatto, un semiconduttore singolo che venne creato verso la fine del 1800 per sopperire alle prime esigenze dei circuiti elettrici dell’epoca. Ad oggi, è diventato un elemento fondamentale e s’inserisce anche in sistemi complessi. Il cosiddetto ponte di Graetz consta quindi di una sorta di struttura quadrata i cui 4 diodi hanno il compito di convogliare e trasformare la corrente.
I raddrizzatori possono essere monofase con soli due conduttori, di cui uno neutro, oppure trifase, ove i conduttori di corrente alternata sono due e torna la presenza del neutro. Nei primi, la tensione arriva a 230 V, mentre nei secondi è pari quasi al doppio. A livello di utilizzo, i ponti monofase sono quelli da prediligersi nelle case private ove il voltaggio necessario non debba risultare eccessivo, mentre i trifase si impiegano in ambito industriale ove il carico sia maggiore.
A livello visivo si può notare come alcuni raddrizzatori abbiano misure contenute e siano di forma tonda, mentre altri appaiano quadrati, sempre con i 4 pin in uscita. Ma ne esistono anche di più complessi a 4, 6 e persino 9 pin. Solitamente, i ponti hanno dimensioni comprese fra i 3 e i 5 millimetri.
La giunzione tra i diodi, nella maggior parte dei casi, è realizzata in silicio, ma non mancano anche giunzioni in metallo che risultano meno efficienti in quanto tendono a disperdere meno energia.
In questi ponti raddrizzatori occorre anche prestare attenzione alle temperature minime e massime operative. Di solito, tali elementi possono continuare a funzionare, in condizioni di freddo, fino a -65 gradi, mentre la temperatura massima sopportabile è di 175 gradi.
Ambiti d’impiego del ponte raddrizzatore
Trattandosi di dispositivi che si possono acquistare anche online, dunque, è sempre opportuno affidarsi a rivenditori esperti nel settore che possano fornire una vasta gamma di dispositivi diversi tra loro, non solo con foto esaustive, ma anche con specifiche tecniche riguardanti la forma, le dimensioni e la tensione elettrica, perché può davvero fare la differenza nei vari campi di applicazione.
Uno degli ambiti più vasti è quello degli elettrodomestici, che spesso necessitano di una commutazione di corrente proprio da alternata a continua, ma anche nei circuiti elettrici per gli appassionati di fai da te. Persino il tipo di montaggio può fare la differenza, perché vi sono quelli a vite, che permettono di posizionare il ponte raddrizzatore su superfici di ogni genere; molto versatili sono anche quelli a pannello oppure a telaio, con morsetti adatti al fissaggio. Alcuni prodotti sono progettati invece per essere montati su circuito stampato e, a tale scopo, il materiali impiegato è il rame che viene saldato direttamente. Più raro è il montaggio a filettatura, mentre sono molto più diffusi quelli superficiale, da applicare rapidamente e in ogni occasione d’uso, e su foro, idealmente per impieghi su caricabatterie, segnalatori e alimentatori di vario genere.
Ovviamente, trattandosi di dispositivi che vanno a essere inseriti in un circuito elettrico, saranno tutti dotati di certificazione ufficiale e di conformità in base alle leggi vigenti in materia di sicurezza nel campo elettrostatico. Secondo la conformità dettata dalla ROhS, infine, nessuno di essi contiene sostanze potenzialmente pericolose e quindi vietate.